Focus

BARBABLÙ

 

BARBABLÙ
di Gabriel Pacheco e Chiara Lossani

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Tra le fiabe incluse nella celebre raccolta di Charles Perrault uscita nel 1697, Histoire ou contes du temps passé, che in seguito sarebbe divenuta nota come Contes de ma mère l’Oye (I racconti di Mamma Oca), La Barbe Bleu è tra quelle che hanno maggiormente affascinato i lettori nei secoli a venire, diventando a sua volta fonte di ispirazione per scrittori, artisti e cineasti. Basti pensare alle recenti riscritture del classico a opera di Angela Carter o Amélie Nothomb, oppure a Richard Burton nei panni di Barbablù nell’omonimo film del 1972, per la regia di Edward Dmyrtryk e Luciano Sacripanti, ambientato nella Germania nazista.
Il protagonista della fiaba, Barbablù, è un uomo ricchissimo e crudele, che ha avuto sei mogli, tutte misteriosamente scomparse. Nonostante la sua cattiva fama e l’inquietante colore della sua barba, riesce a sposarsi per la settima volta con la minore delle due figlie di una vicina, una nobildonna d’alto rango. La coppia si trasferisce in una sontuosa villa che Barbablù possiede in campagna, dove la sua sposa è libera di godersi una vita di agi e abbandonarsi ai piaceri della buona tavola. Nel giro di breve tempo, però, Barbablù abbandona il talamo nuziale, dicendosi costretto ad assentarsi per un importante viaggio di lavoro. Prima di partire consegna alla moglie le chiavi di tutte le stanze della villa e la invita a usarle a suo piacimento, nonché a ospitare parenti e amici. Le è vietato usare solo una minuscola chiave che dà accesso a una camera segreta. Per qualche giorno la ragazza si dimostra obbediente ma alla fine, sopraffatta dalla curiosità, entra nella stanza proibita e qui scopre i corpi appesi e insanguinati delle sei mogli di Barbablù. Atterrita, lascia cadere la chiave, che si macchia di sangue. Tenta di pulirla ma la macchia è incancellabile. Al suo ritorno Barbablù le chiede di riconsegnargli le chiavi e scopre così la sua disobbedienza. La ragazza lo implora di concederle qualche minuto di raccoglimento per raccomandare la propria anima a Dio e corre a chiedere aiuto alla sorella, che è ospite nella villa. Questa si precipita in cima alla torre più alta, da dove invia dei biglietti ai fratelli, attesi in visita di lì a poco, chiedendo loro di arrivare il prima possibile. Proprio quando la giovane sposa sta per essere giustiziata, i fratelli giungono a salvarla, uccidendo il marito crudele. La ragazza eredita dunque tutte le ricchezze di Barbablù ed è pronta a godersele con uno sposo migliore.

La fiaba di Barbablù, che nella raccolta di Perrault ha un chiaro intento moraleggiante, si incentra su due elementi chiave: da un lato la crudeltà dell’uomo, dall’altro la disobbedienza della donna.
Nelle sei mogli di Barbablù alcuni hanno voluto vedere un riferimento ai sei matrimoni del re Enrico VIII; altri hanno paragonato lo sposo malvagio al re Shāhrīyār delle Mille e una notte. Per quanto riguarda il tema della disobbedienza, la storia si richiama alla favola di Amore e Psiche narrata da Apuleio e al mito greco di Pandora, nonché alla Genesi, e in particolare alla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.
Ed è proprio quest’ultimo riferimento che sembra avere in mente Pacheco allorché, nell’illustrazione di apertura, raffigura le due sorelle in un giardino con tre mele color rosso brillante che pendono in bella evidenza sopra le loro teste. Come in Messer Gatto, il primo volume dedicato dall’illustratore alla già citata raccolta di Perrault, siamo invitati da principio a seguire la storia unicamente attraverso le immagini, secondo una modalità narrativa che riesce efficacemente a fare a meno delle parole. Le quali arriveranno comunque, come nel libro precedente, ma soltanto alla fine, in una sorta di invito a ripercorrere la vicenda richiamando alla mente le immagini che abbiamo appena visto.

Tema saliente di questa nuova riscrittura del classico è la ricerca della conoscenza e della libertà in contrapposizione all’obbedienza. Viene in mente il monologo di Dario Fo davanti al Duomo di Modena, messo in scena qualche anno fa e pubblicato in seguito con il titolo Il tempio degli uomini liberi. In questa rappresentazione, la disobbedienza dei nostri primi avi è vista come una scelta coraggiosa, il desiderio di abbracciare il sapere e la passione, per i quali vale la pena affrontare una vita di fatiche e sofferenze piuttosto che continuare a godere passivamente dei piaceri del paradiso terrestre.
Nelle immagini di Pacheco le due sorelle del racconto di Perrault ci appaiono come incarnazioni di un conflitto interiore: tavola dopo tavola, le troviamo sempre vicinissime, praticamente attaccate l’una all’altra, ed è come se la sorella minore vivesse la propria storia in prima persona e l’altra rappresentasse il suo doppio, la coscienza che le ricorda la libertà perduta. Già nella prima immagine la sorella maggiore è intenta allo studio, mentre la futura sposa, appoggiata a una colonna con aria meditabonda, accarezza un sogno diverso. Una dinamica che si riconosce anche nelle diverse espressioni delle due giovani: mentre sul volto della sposa trascorrono di volta in volta diffidenza, entusiasmo, paura e disperazione, la sorella conserva per la maggior parte del tempo uno sguardo impassibile. Continua a diffidare di Barbablù e mantiene i nervi saldi per soccorrerla quando verrà il momento.

Sempre nella prima immagine, troviamo alcuni oggetti che rappresentano proprio ciò che nella sua gabbia dorata la sposa rischia di perdere per sempre. Vicino alla sorella intenta alla lettura ci sono un altro libro aperto, probabilmente inerente qualche disciplina scientifica, un cannocchiale, un compasso e una bussola, tutte allusioni al viaggio e alla conoscenza. Anche gli splendidi motivi che ornano gli abiti sono leggibili in questo senso: le immagini di draghi sulle vesti della sorella maggiore e le carte celesti su quelli della minore evocano possibili avventure e un mondo di misteri da svelare, che arriva ad abbracciare il cosmo. Lo sdoppiamento tra le due giovani donne si rispecchia anche nei due animali che tavola dopo tavola vediamo entrare e uscire dalle stanze della villa: la volpe e il gatto. Entrambi sono presenti nell’immaginario di innumerevoli culture. La volpe rappresenta perlopiù l’astuzia mentre in questo contesto il gatto – si pensi al detto “la curiosità uccide il gatto”, citato espressamente nel testo – potrebbe proprio alludere alla trappola in cui cade la sposa. Che tuttavia non manca di astuzia e intelligenza: alla fine infatti troverà il modo di differire la propria esecuzione e riuscirà a salvarsi chiedendo alla sorella di chiamare i fratelli in aiuto.

Lasciandosi sedurre dall’oscura fiaba di Perrault, Gabriel Pacheco ci addentra nel mistero di Barbablù mostrandoci i protagonisti di volta in volta immersi in rigogliosi paesaggi di campagna e nelle magnifiche stanze del castello. A creare armonia tra interni ed esterni è la palette cromatica in cui i colori freddi, in particolare il grigio-argento e varie sfumature di turchese, si alternano all’oro e ai toni caldi della terra. Bidimensionali e stilizzati, i personaggi e gli elementi naturali e architettonici si stagliano sullo sfondo con effetto collage e si caratterizzano per la finezza dei dettagli. Degna di nota è la cura dedicata alle geometrie delle architetture, che ricordano le incisioni di Piranesi, ai motivi del mondo vegetale, e soprattutto ai ricami degli abiti, ispirati alla natura e alle carte celesti.
L’autrice del testo che leggiamo ripensando idealmente alle immagini che abbiamo appena osservato, così come in precedenza avevamo seguito il racconto visivo lasciando affiorare alla mente il nostro ricordo della fiaba classica, è Chiara Lossani, che ripropone un’originale riscrittura del classico. Una storia affascinante e misteriosa, da riscoprire attraverso il personalissimo sguardo di Gabriel Pacheco, per poi ripercorrere la vicenda nella riscrittura agile e coinvolgente di Chiara Lossani, ispirata al testo di Charles Perrault e a Donne che corrono coi lupi di C. Pinkola Estés.

Focus a cura di Francesca Del Moro

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L’illustratore:
Gabriel Pacheco nato a Città del Messico nel 1973 e si è laureato in scenografia presso la Escuela Nacional de Teatro del INBA. Autore di magnifiche e sognanti illustrazioni di libri per ragazzi, volumi di poesia e letteratura fantastica, ha perfezionato lo studio della figura umana presso la Escuela Nacional de Artes Plásticas. Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui, nel 2009, una menzione speciale nella categoria New Horizons della Fiera internazionale del Libro per ragazzi di Bologna con Hago de voz un cuerpo. Per questo libro, incluso nel prestigioso catalogo 50 books/50 covers dell’americano Institute of Graphic Arts e considerato uno dei migliori libri per ragazzi del 2008 dal Banco del Libro de Venezuela, ha conseguito anche la menzione d’argento a Premios Quórum, conferita dal Consejo de Diseñadores de México. È stato selezionato, tra gli altri, dalla Fiera del libro per ragazzi di Bologna (2007 e 2008), da Ilustrarte 2007 (Portogallo), per la IV rassegna internazionale di illustrazione “I colori del Sacro” del Museo Diocesano di Padova (Italia) e dal Blue Book Group (Iran).
Dal 2016 è il direttore della scuola di illustrazione di Sarmede.
Ha firmato le illustrazioni de Il grande viaggio, L’Aggiustacuori, La strega e lo spaventapasseri, Tre desideri, Messer Gatto e Barbablù, tutti editi in Italia da #logosedizioni.

L’autrice:
Chiara Lossani vive e lavora a Milano. Da anni pubblica libri di narrativa per bambini e ragazzi con le migliori case editrici italiane e straniere. I suoi temi d’elezione sono il mito, le vite di artisti e, nel caso dei romanzi, la storia. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, anche a livello internazionale: Vincent van Gogh e i colori del vento (edizioni Arka, illustrato da Octavia Monaco, tradotto in dodici lingue), è stato incluso nella lista The White Ravens 2010 a cura della Internationale Jugendbibliothek di Monaco), ed è stato molto apprezzato in Brasile, dove ha conseguito il Premio Speciale FNLIJ (Fundação Nacional do Livro Infantil e Juvenil) ed è stato inserito dal governo nel programma PNBE di promozione della lettura per i bambini; mentre La nascita delle stagioni. Il mito di Demetra e Persefone (edizioni Arka, illustrato da Octavia Monaco, tradotto in sei lingue) è stato pubblicato in Messico in un’edizione speciale finanziata dal Ministero della Cultura e ha ispirato alcuni spettacoli teatrali a cura di compagnie italiane e non solo: nel luglio 2018 è stato presentato al Festival di Avignone dalla compagnia francese Clair-obscur col titolo Démetér & Perséphone. Tra i romanzi di ambientazione storica, vale la pena citare All’ombra della Pagoda d’Oro, edito da Rizzoli e ripubblicato in un’edizione speciale allegata a il Corriere della Sera. Con l’illustratore Gabriel Pacheco, Chiara Lossani ha pubblicato Icaro nel cuore di Dedalo (edizioni Arka), vincitore del Premio Soligatto 2017 e Menzione d’onore all’IFERS International Writers Awards, e Barbablù, pubblicato da #logosedizioni nel 2018. Chiara Lossani è direttrice di due biblioteche della provincia di Milano e ha fondato una biblioteca per ragazzi: La Biblioteca delle Storie Infinite.

 

 

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