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Intervista a Ana Juan – ILLUSTRATI n. 05


Una folta chioma di ricci nero corvino, la pelle bianca e le labbra rosse. Potrebbe essere Snowhite, se non fosse che ha la luce negli occhi.
Ana Juan sa esattamente chi è e che cosa vuole, e non scende a compromessi. Le piace disegnare, da sempre, e predilige il bianco e nero, il carboncino. Non le importa se qualcuno la definisce troppo estetica o femminile o romantica, e non ha paura di violare gli animi sensibili, lei è esattamente ciò che vuole essere. Si diverte con il suo lavoro e le storie che racconta la fanno sorridere e sorridere ancora. Le si accendono gli occhi e persino una pianta che le sta di fronte prende vita e ribalta la normalità trasformandosi in motivo di scroscianti risate, ma soprattutto di entusiasmo per la storia che sta prendendo forma nella sua mente e in quella di chi la ascolta. Non perde mai di vista la realtà, anzi ne è assolutamente affascinata e ispirata, ed è con estrema intelligenza e un’assoluta mancanza di ipocrisia che racconta i fatti per quello che sono, con il loro lato romantico, ma anche nella loro crudezza, perché la vita è bella così com’è. Sicuramente un’illustratrice che in Italia potrebbe essere considerata di nicchia ma che vanta comunque un pubblico affezionato. In Spagna ha ottenuto il premio nazionale di illustrazione nel 2010 e da anni collabora con El País. Illustra le copertine dei romanzi di Isabel Allende
e ha realizzato svariate copertine per il New Yorker, tra cui quella per il decimo anniversario dell’11 settembre. In ogni momento che ho avuto il piacere di trascorrere con lei, ho potuto apprezzare come il suo lavoro sia sempre e comunque legato al cuore. Lo fa per amore, e per amore lo porta avanti, ma con grande disciplina, energia e rispetto.

“Sono nata a Valencia nel 1961, un anno in cui nel mondo sono accadute molte cose, anche se a casa non ci siamo accorti di nulla. Non ho mai imparato a giocare, come facevano i miei vicini: sapevo solo scarabocchiare compulsivamente su fogli di carta, e credo sia stato allora che ho avuto la prima intuizione dell’immagine che inseguo da tutta la vita. Ho dipinto, scolpito, fatto incisioni… Esposto le mie opere in diverse gallerie a New York, Ginevra, Madrid, Barcellona. Vissuto a Parigi, smarrendomi a Tokyo, rifugiandomi ad Amburgo, sempre in lotta contro il tempo, perché non mi dia scacco ma mi permetta di dar forma a quell’immagine della mia infanzia. Tra le mille strade che ho percorso, solo i libri mi hanno avvicinato al mio sogno; è in loro che mi perdo raccontando storie senza parole. Ora vivo a Madrid e non inseguo più nulla, anche se, chissà, forse un giorno troverò quell’immagine di cui ho avuto l’intuizione, ci daremo la mano e ci diremo addio.” Ana Juan

Intervista a cura di Lina Vergara Huilcamán, tratta dal numero 05 di ILLUSTRATI. Si ringrazia Laura m. Lombardía per la fotografia.

Con #logosedizioni ha pubblicato: Amantes, Circus, L’isola, Snowhite, Sorelle, Cartoline Ana Juan, Demeter (disponibile anche in inglese, francese e spagnolo), Promesse (disponibile anche in inglese, francese e spagnolo), Complete Works, Carmilla, Lacrimosa (disponibile anche in inglese e francese), Frida.

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