ADULTI DA LEGGERE. IL SOGNO DI LUCIA MAURO.
tutto quello che ha a che fare con la scrittura mi piace. mi piaceva scrivere e ricevere lettere da bambina e da ragazza. mi piace ricevere le mail. quelle che mi fanno alzare le antenne e voler saperne di più. mi piace conoscere e incontrare persone con le quali condivido il piacere della lettura degli albi illustrati. non solo come strumento di lettura per bambini. ma per piacere personale adulto. così ho conosciuto Lucia. educatrice nel Centro Psico Sociale di Vimercate.
mi ha scritto: Buongiorno, mi chiamo Lucia Mauro e lavoro in un centro psico sociale per adulti come educatrice professionale, da qualche tempo condivido con parte dell’equipe l’ambizione di portare nella relazione terapeutica l’albo illustrato come strumento. non potevo che farle altre domande. a cui ha risposto: Prima del primo lockdown, grazie alla fiducia accordatami dalla caposala Tiziana Polato, in sala d’attesa proponevo una selezione di albi illustrati che lasciavo un mese e poi sostituivo come da prestito inter bibliotecario. Questo piccolo seme ha germogliato in diverse direzioni, convincendo me e il responsabile del mio servizio, dell’opportunità di usare l’albo illustrato come facilitatore della relazione e talvolta come chiave per aprire serrature difficili. dovevo assolutamente saperne di più.
Lucia “Lavoro principalmente con psichiatri, psicologi, infermieri e altri educatori come me. Il percorso di cura di un utente prevede che abbia un medico di riferimento e poi, dipendendo dal caso, altre figure affiancate, piuttosto che attività di gruppo o individuali a seconda del bisogno specifico. Lo spettro delle malattie mentali può essere più o meno vario, io nello specifico mi occupo per lo più di disturbi bipolari, schizofrenie, depressioni e disturbi della personalità.
Com’è nata la passione per i libri illustrati?
Lucia È partita con Nati per leggere, e Ibby (un ponte di libri), sono un po’ loro mamma e papà. Ho iniziato ad accorgermi che l’albo illustrato aveva valenza a livello relazionale nel 2018, quando ho fatto un corso Nati per leggere voluto dalla ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale per chi come me non avesse idea di cosa significa) di Vimercate. E in questo corso sono state mostrate una serie di fotografie di sale d’attesa degli ambulatori pediatrici e centri vaccinali allestiti con albi illustrati, e ho pensato “noi ce l’abbiamo una sala d’attesa… però è frequentata solo dagli adulti… ma le persone attendono, e tra sfogliare un albo di qualità e sfogliare una rivista non si sa mai che uno possa avere piacere di…”.
(il libero pensiero è un elemento fondamentale delle creature viventi. piene di vita. e quindi piene di idee.)
Lucia Grazie alle mie nipoti mi sono accorta della potenza e validità dei libri illustrati. Poi pian piano, accorgendomi della possibilità di condividere le mie intuizioni con le persone adulte, accorgendomi dei benefici, ho cominciato a voler essere più preparata, meno approssimativa, meno improvvisata. E mi sono infilata in tutta una serie di corsi di formazione in cui all’inizio ero circondata prevalentemente da insegnanti, dove il focus era la fascia o-6 anni, ma da cui portavo sempre a casa delle intuizioni o delle proposte valide anche per la fascia 0-99 anni. Ho cominciato ad appoggiarmi anche a delle libraie illuminate come Maria Teresa Nardi della libreria per bambini LIBRI E GIOCHI di Besana Brianza. Una persona molto preparata, conosciuta per il suo metodo Cantami, o mamma che ha scritto per i genitori e la condivisione del canto con i loro piccini. Adesso ad esempio seguo con lei un corso per approfondire la selezione degli albi illustrati, e seguo anche un corso organizzato da Periplo, un’associazione di Milano, sugli albi illustrati e la relazione educativa, e qui è stato interessante osservare che il target si sta un po’ spostando perché oltre alle insegnanti, ci sono anche due educatori che come me lavorano in psichiatria, e la cosa mi fa molto piacere! Sarei contenta di confrontarmi, condividere, di non essere sola in questa sperimentazione.
Gli albi illustrati sono in grado di assumere un ruolo trasversale per iconografia e tematiche, possono rivolgersi ad un pubblico adulto, promuovono bellezza, sono fatti per essere sfogliati e risfogliati, affrontano argomenti sociali, storici ed esistenziali. Coinvolgono nell’arco di poche pagine, rappresentano uno spazio di libertà e sperimentazione di emozione, pensiero, immaginazione, ricordo…
“I libri sono educatori silenziosi,
gli albi Illustrati, in particolare i senza parole,
sono educatori dotati di una nitida voce propria
e al contempo di una formidabile capacità di ascolto.”
Jella Lepman
come sei arrivata a usare gli albi illustrati con gli utenti del CPS?
Lucia Subito dopo il primo corso di Nati per Leggere, con l’idea di allestire nella nostra sala d’attesa un’esposizione che potesse comunicare con i nostri utenti, mi sono infiltrata in tutte le biblioteche del territorio per cercare di capire, con l’aiuto dei bibliotecari di paese, come fare. Non avendo un finanziamento, mi appoggio alle biblioteche perché così riesco a puntare alla quantità. Ogni settimana c’è uno scambio di venti/trenta albi tra quelli che consegno e ritiro. E in base a quello che mi passa per le mani, li destino alle mie nipoti, ai pazienti, a me stessa… Nel frattempo ho allestito una mia personale biblioteca d’appoggio, perché chiaramente né il servizio né la biblioteca hanno sempre quello che cerco.
Si è posto subito il problema dell’eventualità che i libri prestati dalla biblioteca, esposti liberamente nella sala d’attesa, venissero a mancare, ma noi abbiamo un comitato etico interno che ha subito stabilito una cifra che potevamo sostenere per ricomprare i libri che sarebbero forse scomparsi. Così ogni mese io prendevo, parlo al passato perché con il COVID si è fermato tutto, i libri in biblioteca per esporli e metterli a disposizione degli utenti del CPS. In un anno e mezzo ne sono mancati solo due, ma la sorpresa è stata riscontrare che alcuni utenti durante il colloquio riportassero di aver visto e letto un determinato albo e che aveva suscitato delle riflessioni o solleticato un tema poi approfondito e trattato all’interno del colloquio. L’emozione più grande? L’ho sperimentata quando ho visto un utente che mai aveva preso un libro in mano in vita sua, fare il gesto di avvicinare a sé l’albo e girare le pagine e guardare le illustrazioni.
“Possiamo incontrare una storia che almeno
per un momento ci curi con la parola,
raccolga i nostri pezzi,
metta insieme le nostre parti disperse,
oltrepassi le nostre zone più inospitali,
per dirci che anche nell’oscurità c’è luce.”
Maria Teresa Andruetto
Lucia Contemporaneamente, all’interno di alcuni interventi individuali, portavo degli albi che magari avevo sfogliato per conto mio e che quindi mi avevano fatto venire in mente un determinato paziente, o un determinato percorso che stavo condividendo con lui. La risposta immediata all’interno della relazione, rispetto a quello scambio mediato grazie all’albo, è stata sorprendente. Così ho cominciato a coinvolgere qualche collega un pochino più sensibile ed è nato un progetto tra cultura e promozione della salute, e questo progetto ha poi compreso altre azioni. Sono nate delle attività di gruppo all’interno del nostro Centro Diurno come Parole in gioco e Letturarte. Abbiamo coinvolto anche un arteterapeuta e un danzaterapeuta, che hanno fatto partire dei percorsi paralleli che sono stati messi in “mostra” all’interno della rassegna FAR RUMORE. Mostra che organizziamo ogni anno in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale che cade in ottobre, e che vede partecipare diversi interlocutori tra cui servizio sanitario e terzo settore, e in cui mettiamo insieme delle azioni per la salute mentale. Una di queste azioni è stata condividere con la popolazione i manufatti che alcuni degli utenti avevano elaborato durante questo percorso ma soprattutto gli esiti. L’albo illustrato suscita curiosità nell’utente e quindi si crea una buona condivisione. In alcuni gruppi poi, si sono messi in gioco e in un percorso laboratoriale ne hanno sperimentato la cura in prima persona, realizzando una mostra NOI FUORI NOI DENTRO: Esperienze tra illustrazioni, suoni, parole e movimento sull’utilizzo dell’albo illustrato in ambito educativo per adulti, in cui venivano proiettate le immagini di un albo accompagnate dalla lettura degli utenti registrata.
Invece nei percorsi che ho condiviso personalmente con l’arteterapeuta c’era l’esplorazione di un oggetto che magari alcuni utenti non avevano mai visto e mai conosciuto, la nostra utenza dal punto di vista socio-culturale è deprivata, è quindi c’è stato sicuramente un aspetto legato alla conoscenza e all’esplorazione dell’oggetto, e come utilizzarlo, spinto verso il contatto con il proprio mondo interno, gioco sicuramente dovuto alla sintonia tra illustrazione e parte narrata.
Lucia Nel frattempo il responsabile del Centro Psico Sociale, Paolo Maria Manzalini, ha intercettato il bando di una casa farmaceutica che offriva la possibilità di finanziare alcuni progetti selezionati, e ha presentato DAL VIRALE AL VIRTUOSO SENZA PASSARE DAL VIRTUALE. RITAGLIAMOCI UN PO’ DI SPAZIO VITALE, che la casa farmaceutica ha approvato. Un progetto che si rivolge non necessariamente agli utenti del CPS ma a tutti, perché di sostegno alla popolazione rispetto alla post pandemia, un sostegno emotivo, un percorso in cui proporre dei temi per i quali mi è stato chiesto aiuto e disponibilità per utilizzare l’albo illustrato come attivatore. La supervisione del progetto è affidata all’arteterapeuta Chiara Orsenigo, che ci affiancherà nella costruzione del percorso. Partiremo con un tema e poi se avrà un buon esito cercheremo di riprodurlo e ripeterlo fino a che il budget ce lo consentirà. Abbiamo fatto una selezione di albi illustrati da proporre e da condividere con la popolazione, che vorrà iscriversi a questi percorsi. Ogni ciclo è pensato in un massimo di sei incontri, con frequenza settimanale e ogni albo in realtà sarà attivatore e promotore di un tema a partire da appunto un momento di confronto di dialogo all’inizio, una lettura condivisa. Un luogo comune dove scoprire che il mio vissuto non è poi tanto diverso dal tuo, non siamo diversi perché il nostro vissuto sta al di sopra di ogni professione o categoria.
Abbiamo scelto i libri in base ai temi, non è detto che non cambino in corso d’opera o che le esigenze del gruppo non possa suggerircene degli altri:
A che pensi? di Laurent Moreau, Orecchio Acerbo 2012
Aiuta grazie alle finestre cartacee a percepire come ciò che abbiamo in testa faccia la differenza.
Mappe delle mie emozioni di Bimba Landmann, Camelozampa 2019
Per offrire alle persone la possibilità di costruire delle mappe personali in cui ritrovarsi o in cui cercarsi, quelle di cui hanno magari bisogno in quel momento.
Che cos’è una sindrome di Giovanni Colaneri, Uovonero 2019
Una carrellata di illustrazioni, alcune anche molto potenti, sullo sguardo che possiamo offrire nei confronti di una sindrome, di una patologia, di un’ansia.
Le cose che passano di Beatrice Alemagna, Topipittori 2019
Per lavorare sul concetto del tempo che passa, su come tutto prima o poi passa e speriamo anche questa, e provare così a lavorare sulla scintilla della speranza.
Rifugi di Emmanuelle Houdart #logosedizioni 2015
Per dare a tutti la possibilità di costruire il proprio di rifugio, dal punto di vista simbolico.
Il buco di Ana llenas, Gribaudo 2016
Affronta il buco a livello simbolico come vuoto, come qualcosa che necessariamente va riempita. Ognuno deve trovare la forza di sopportare e adattarsi al buco.
E poi viene il momento di Pierdomenico Baccalario, Salani 2019
Riprende la questione temporale di come ogni cosa abbia il suo tempo.
Lucia Il mio delirio più delirante? Mi piacerebbe allestire una sorta di Nati per leggere ma per gli adulti, perché tutto il lavoro di selezione e strutturazione di percorsi, se fosse in qualche modo già avviato, potrebbe aiutare tanti colleghi. Potremmo chiamarlo: ADULTI DA LEGGERE. Albi illustrati e relazione. Programma di promozione della lettura del proprio mondo interiore 0/99 anni.
“Questo è quello che io cerco nei libri quando li apro:
il pezzetto che è stato scritto per me,
che mi spiega qualcosa di me.
Qualcosa che possedevo già sotto la pelle,
ma che non sapevo dire…”
Erry De Luca
questo articolo è stato scritto per dare voce alle idee che nascono da altre idee. all’energia che trasudano i pori e contamina. portando una persona sulla via dei libri. la via degli albi illustrati. letteratura e arte insieme. senza discriminazione di genere (nei libri). quali sono i libri per adulti? e quali per i bambini? cosa determina il destinatario? il numero di parole scritte? quante parole contiene una frase ben scritta? quante parole contiene un’immagine? non è forse vero che i libri belli. i capolavori dell’arte e della letteratura. i libri intelligenti. sono per tutti? non sono sempre universali… sempre attuali… sempre vicini… tanto vicini da far cambiare rotta a una Lucia e portarla a costruire un sogno? quello che forse un giorno diventerà realtà. una bella realtà per tutti. ce le vogliamo immaginare le sale d‘aspetto dei consultori familiari. dei centri diurni. dei centri psico sociali dei reparti. qualsiasi. degli ospedali. pieni di libri illustrati per tutte le età? vogliamo immaginare la differenza che questa presenza comporterebbe nella nostra società e quindi nelle nostre vite?
Lucia l’ha immaginato e io vi invito a unirvi al suo sogno.
per conoscerla meglio ancora l’ho invitata come ospite a #TertuliaILLUSTRATI. giovedì 29 aprile alle ore 19 su zoom
vi aspettiamo!
nel frattempo è stata così gentile da preparare questa accurata bibliografia per iniziare a guardarci dentro.
A che pensi? di Laurent Moreau, Orecchio Acerbo 2012
Che cos’è una sindrome di Giovanni Colaneri, Uovonero 2019
Chiedimi cosa mi piace di Bernard Waber e Suzy Lee, Terre di Mezzo 2016
E poi viene il momento di Pierdomenico Baccalario, Salani 2019
Fortunatamente di Remy Charlip, Orecchio Acerbo 2011
I cinque malfatti di Beatrice Alemagna,Topipittori 2014
Il buco di Ana llenas, Gribaudo 2016
Il mio colore di Fuad Aziz, ARTEBAMBINI 2014
Il puzzle infinito di Diego Bianki, Kalandraka 2017
Io fuori io dentro di Cosetta Zanotti e AntonGionata Ferrari, Lapis 2017
L’alfabeto dei sentimenti di Joanna Cairola e Sonia Possentini, Fatatrac 2013
La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo, Terre di Mezzo 2009
L’onda di Suzy Lee, Corraini 2008
Mappe delle mie emozioni di Bimba Landmann, Camelozampa 2019
Mia madre di Stèphane Servant e Emmanuelle Houdart #logosedizioni 2016
Mirror di Suzy Lee, Corraini 2003
Ombra di Suzy Lee, Corraini 2010
Rifugi di Emmanuelle Houdart #logosedizioni 2015
Telefonata con il pesce di Silvia Vecchini e Sualzo, Topipittori 2017
Un trascurabile dettaglio di Anne-Gaelle Galpe e Csil, Terre di Mezzo 2016
Un mare di tristezza di Anna Iudica, Chiara Vignocchi, Silvia Borando, Minibombo 2016
Un orso sullo stomaco di Noemi Vola, Corraini 2017
Musica di sottofondo: Personal Effects di Jóhann Jóhannsson, 2020
Un commento
STEFANO
Sono uno psichiatra e lavoro con Lucia. Ammetto che quando mi parlò degli albi illustrati, e me ne fece vedere alcuni, ero un po’ perplesso. Pochi giorni dopo mi trovai, però, a sfogliarli in sala d’attesa con un certo interesse. Evidentemente erano stati in grado di smuovere qualcosa di inconscio, cosa non da poco nei “percorsi della mente”.
Una comunicazione priva di parole stimola chi la percepisce a colmare con le proprie parole o, meglio ancora, a farsi suggestionare dalle immagini che sono in grado di aprire porte che, probailmente, un approccio diretto e mediato dalle parole, non sarebbe in grado di fare.